DESTROYER 666 - Call Of The Wild

Season Of Mist
Gli australiani Destroyer 666 nascono nella lontana Australia da una costola dei black metallers Bestial Warlust, autentica macchina da guerra, per opera del chitarrista KK, addirittura nel 1994. Sono passati quasi venticinque anni e questa feroce band è ancora sul mercato discografico a spargere il verbo maligno e putrido della loro particolare miscela di black metal e thrash all’ennesima potenza. Li troviamo qui con un nuovo Ep di soli quattro brani, tutti molto ben strutturati e come al solito dannatamente trascinanti. Tra questi c’è solo un brano Trialed By Fire, pubblicato originariamente nel 2003 sull’album Terror Abraxas, qui magistralmente rivisitato. Stavolta i nostri cari australiani si sono spostati verso un sound molto più classico, verso territori speed heavy, nel senso più puro del termine.

L’iniziale e sorprendente Violence Is Golden è uno di quei brani che rimane subito in mente, il suo groove cattura subito l’attenzione, i passaggi prettamente heavy di stampo europeo si fanno sentire alla grande, andando a pescare direttamente dalla NWOBHM, facendo riferimento anche ai grandi Mercyful Fate, con dei tempi veloci ma mai esasperati. Un altro episodio all’altezza dei nostri è sicuramente la veloce e tagliente Stone By Stone, dove la band continua a basarsi su una miscela ormai collaudata e molto efficace, con un pizzico di pazzia che da sempre contraddistingue lavori di un certo livello. Parti solistiche al fulmicotone completano il tutto, per un secondo e infuocato brano. Una delle più riuscite canzoni comunque è: Call Of The Wind, una scheggia totalmente impazzita, con dei momenti apparentemente rallentati, ma solo per dare un attimo di fiato prima della rasoiata finale. L’ultimo brano, il rifacimento di Trialed By Fire è del tutto riucito, brano che molti di noi conoscono molto bene, un riflessivo e cadenzato mid tempo con influenze epiche che difficilmente possono dimenticare coloro che conoscono bene la band. Davvero un ottima prova, per una delle più irriverenti e “dannate” band australiane. 

Voto: 8/10

Sandro Lo Castro