KAYLETH - Colossus

Argonauta
E un piacere ascoltare il disco in questione. Pesante e compatto, mira al punto e l’obiettivo e’ colpito fin dalle prime note. La band veronese nata nel 2005 sforna oggi un disco che ci fa ricordare i “seventies” per l’intento e ci proietta nei futuri anni 20 per la durezza e potenza sonora. La band si ispira ai maestri Kyuss, ai potenti Monster magnet, ai divertenti Orange Goblin, ai discepoli 7zuma7, tanto per citare qualche band. La strada per Colossus vede i Kayleth autoprodursi diversi Ep fin dal 2006. Molti dei loro brani sono stati poi anche inclusi in diverse compilation importanti e famose del settore, aumentando i fans della band. Le tracks scorrono “veloci” se di veloce in questo genere si puo’ parlare, uno dietro l’altro, avvalorando sempre piu’ il giudizio positivo che l’ascoltatore si fa del disco e della stessa band, adesso l’attenzione e’ incentrata sul ritornello azzeccatissimo di “forgive”, sul riff space dell’inizio di “ignorant song” e sul suo progressivo proseguire, il solo di colossus, la parte finale space di “Escape”non ho parlato del primo brano “lost in the swamp”, quello mi è piaciuto tutto! Delle altre canzoni non scrivo, non voglio rovinarvi la sorpresa. Un occhio di riguardo per questi strumentisti, ed in particolare al cantante che con disinvoltura nuota tra le note con melodie vocali azzaccate e vincenti. Una band che ha molto da dire e che ha parecchi sassi pesanti da lanciare. Veramente consigliati, non solo agli amanti del genere, ma anche ai vecchi rockers incalliti che molte volte faticano a trovare nell’attuale dischi che possano soddisfare il loro palato usurato e sopraffino.

Voto: 7/10 

Flavio Facchinetti