FLEURETY - The White Death

Peaceville
Attivi da quasi trent’anni i Norvegesi Fleurety si ripresentano sul mercato discografico ancora una volta con un lavoro oscuro e disturbante per certi versi. Da molti vengono visti come una black metal band. Potrebbe anche stargli stretta questo tipo di etichettatura, perché all’interno della loro proposta musicale ,no vi è soltanto black metal nel senso stretto del termine. Hanno una visione particolare, avanguardistica di quello che realmente significhi suonare black. The White Death presenta in molte tracce, dei suoni atipici per quanto concerna la nera fiamma. Il primo brano, la title track potrebbe trarre in inganno col suo incedere prettamente black metal. Ma è solo con il secondo episodio che le cose cambiano, dove si insinuano elementi apparentemente lontani dal quel genere di musica, The Ballad Of Copernicus suona come uno strano doom metal dalle tinte malinconiche, risultano quasi beffarde alcune soluzioni sonore, nei confronti dell’ignaro ascoltatore che senza volerlo sarà straziato dall’apparente calma di questa composizione.

Con Lament Of The Optimist si ritorna in parte a fare un certo tipo di black metal spasmodico e disturbante in tutto e per tutto. Forse solamente il brano Trauma si potrebbe ricollegare alla scena black norvegese, per via della sua impostazione tipicamente nordica, a cavallo tra calma e sfuriate lancinanti. Questo lavoro è semplicemente geniale, The science Of Normality ad esempio racchiude un improbabile accostamento tra la nera fiamma, la psichedelica e la fusion addirittura. Se poi vogliamo riposare i padiglioni auricolari e soprattutto la mente, andiamo ad ascoltare Future Day. Ottima la prova vocale femminile che insieme a quella maschile formano un canto “recitato” un rituale oscuro e dannato. Non c’è che dire,ottima prova da parte di questi freddi norvegesi che hanno sempre da far sussultare qualcosa. 

Voto: 7,5/10

Sandro Lo Castro