IRDORATH - Denial of Creation

Wormholedeath
La sempre stupenda Austria ha dato i natali ad una incendiaria band di thrash black metal, Irdorath. Nati per volontà di Markus, voce e chitarra del gruppo austriaco. Oggi a distanza di dieci anni dalla loro formazione, tirano fuori probabilmente il loro migliore e devastante lavoro. Fin dall’inziale e distruttiva Devoured By Greed, questa band mette subito davanti uno stile dannatamente accattivante, macinando riff su riff, taglienti, duri, granitici. Non si riuscirà certamente a rimanere impalati dinanzi a tanta potenza che scaturisce da canzoni come Sacred Deception, Purification o la grandissima Blessing From Above. Si rifanno in pieno alla scena estrema europea, mischiando svariate influenze andando a coniugarle poi in un vortice di ferocia inaudita ma allo stesso tempo estremamente controllata. Ogni singola nota trasuda emozioni forti, ogni singolo componente della band sa cosa vuole dal proprio strumento. Rasoiate capaci di fondere il più duro dei metalli. Il black ruvido miscelato a tanta esperienza thrash , fa si che i brani di questo Denial Of Creation , rimangano per molto tempo nella mente di chi si accosta al loro ascolto.

E non disdegnano neanche la melodia, come l’intro della title track Denial Of Creation con tanto di chitarra acustica, da brivido anche il resto del brano. Il lavoro eccezionale in fase di produzione e registrazione, mette in risalto tutti gli strumenti in modo distinto ma non troppo pulito, fatto in modo tale da mantenere comunque una certa vena graffiante, soprattutto per quanto riguarda le chitarre, davvero fulminee. Grande anche la sezione ritmica, con Thomas, una vera piovra umana dietro le pelli. Ad accompagnare il talentuoso battersita troviamo Mario al basso, che provvede a tessere linee smaccatamente dark. Superlativo il lavoro delle chitarre e della voce ad opera di Markus. Non meno importante è l’apporto del chitarrista ritmico Craig, ottima spalla riguardo la seconda ascia. Mai un solo calo di tono su tutto l’album. Finalmente dona aria fresca ad un genere spesso inflazionato da una una moltitudine di album che passano totalmente inosservati per la maggior parte delle volte. Denial Of Creation si presta ad essere una delle uscite più entusiasmanti di questo 2017 in ambito estremo. Assolutamente da avere senza indulgi. 

Voto: 10/10

Sandro Lo Castro

"Che rabbia. Voglio spaccare tutto!!!" Quante volte una personcina media, anche non violenta, ha avvertito questo stato d'animo durante la sua vita? Tante, tantissime. Ne sono sicuro. Beh, sono anche sicuro che parecchi estimatori della musica metal riescano a migliorare la propria vita mitigando la propria rabbia nell'ascolto di un bel disco di musica violenta e brutale, meglio se di qualità superiore alla media (una prerogativa che la "personcina-normale-e-non-metallara" non avrà mai, peccato per essa!). Ed ecco qui un bel disco che fa al caso nostro. Gli austriaci Irdorath (chissà, forse sono videogiocatori della serie 'Gothic'?) sono al quarto album, e di rabbia di sicuro ne hanno già scaricata parecchia. In effetti, in ben 12 anni di storia della band la line-up è stata più volte rimaneggiata, ma pare che l'attuale formazione a quartetto sia solida e stabile più che mai, con il sempiterno Markus (chitarra/voce) assieme ai suoi nuovi compagni d'avventure Craig Hauser (chitarra), Mario (basso) e Thomas (batteria). Le sonorità in cui sguazzano felicemente con questo ferale "Denial of Creation" sono similari agli ultimi Dissection, una mistura di Thrash/Death Metal e di Black Metal melodico di derivazione Swedish/Göteborg style. Attenzione, infatti, a non considerarli pura brutalità in musica al primo ascolto, poiché i nostri eroi riescono a mitigare i loro pensieri negativi in composizioni zeppe di azzeccati e variegati cambi di ritmo, e appaiono alquanto perfezionisti sulle ritmiche. Aiuta moltissimo una produzione nitidissima quanto capace di dar voce a delle chitarre dal suono splendido ma potentissimo. E la voce? Adeguata a tutto ciò, ovviamente. Uno scream/growl rabbioso (ma mai "castrato" come è invece lo stile norvegese). La sezione ritmica, un sollazzo vero e proprio. Da tempo non ne sentivo una di qualità così superiore, precisa e potente. I nostri rimangono comunque entro gli stilemi del Thrash/Black Metal più estremo, non hanno di certo la pretesa di essere i più originali del mondo, tutto sommato, ma questo non equivale di certo a fare un disco piatto e monocorde solo perché appoggiato a stilemi triti e ritriti, tutt'altro. Ciò che preme qui rimarcare è, innanzitutto il perfezionismo nella preparazione tecnica dei quattro, e poi la genuinità e la schiettezza nel comunicare e mitigare stati d'animo parecchio rabbiosi ed oscuri, cosa che ai nostri riesce bene in quanto non ho mai ascoltato finora, con questa perfezione, associare i ritmi da 200bpm ricchi di armonie e dissonanze, in stile Dissection/At The Gates/primi Dark Tranquillity, con la pura violenza dei riff Thrash Metal nelle parti più "mosheggianti" e classicamente "speed". La cosa bella è che, assieme alla bonus track del CD digipack, l'album arriva a durare quasi un'ora... ma vi assicuro che passa in un battibaleno. Segno che veramente questo è un prodotto superiore. Non mi resta che consigliare l'acquisto di "Denial Of Creation" al metallaro più oltranzista che vuol però trovarsi difronte una band di sicura esperienza e cognizione musicale. Bravi Irdorath, continuate così. Vedete come la sacra ira trasformata in musica può servire a sfornare qualcosa di davvero accattivante? E voi altri, ascoltate (e pogate) gli Irdorath, e smettetela di gettare sassi dal cavalcavia. Datemi retta.

Voto: 9/10

Alessio Secondini Morelli