FOR MY DEMONS - Closer To the Shade

Revalve
Unite un’anima tormentata ad un genio artistico eclatante, un viaggio interminabile nei meandri della mente e della parte oscura della condizione psicologica umana, nasce così “Closer to the Shade”, album d’esordio dei “For my Demons”. Tutto si costruisce attorno all’idea di Gabriele Palmieri che dopo l’abbandono ai NEVERDREAM, partorisce questa talentuoso progetto. Nasce e si muove dalle sue note strettamente autobiografiche, protagonista assoluto del progetto con voce e cuore accompagnato da Luca Gagnoni ed Emanuela Marino alle chitarre, Andrea Terzulli al basso e Valerio Primo alla batteria. Affronta tutte le ostilità che possono incontrarsi in un forte clima di violenza psicologica e depressione, ostilità che a tratti toccano il culmine accarezzando il cuore degli ascoltatori. Questo disco unisce musicisti di diversa provenienza dalle indiscutibile talento, pubblicato il 19 maggio da Revalve Records. Le anime tormentate si fanno strada tramite un rock penetrante che non rinuncia mai alla parte estetica e stilosa, bellissimo da ascoltare. Grande attenzione alla struttura melodica e la voce del singer capace di creare atmosfere magiche a più riprese, crea un esordio a dir poco incantevole. Maturo, consapevole si manifesta anche attraverso l’uso dell’elettronica.

Questo dark alternative rock si scompone in 7 tracce, apre con la title-track con l’intro effetto synth che esplode in modo aggressivo che propone lo scontro con una dolce melodia creata dalla voce di Palmieri, emozionante, già intravediamo l’enorme potenziale del lavoro. Soffusa introduzione per “Directions” e chitarre che con passione ci trasportano in un viaggio carico di malinconia, tema caro al platter, una ballad che mantiene il suo equilibro sino alla chiusura, solo la voce crea movimento. Arriva “Scars”, uno fra i più caratteristici, atmosfera quasi meditativa ci fa viaggiare, degni di nota sicuramente il piano e nella parte finale l’esplosione che se all’inizio è caratterizzata dalla performance vocale, qui da sfogo tra chitarre batterie. Sale il livello d’interesse, ci mantiene attenti e si esplica in “Reborn”, traccia alquanto accattivante con un ritornello che raggiunge l’obiettivo tramite voce di appassionare e scaldare l’ambiente, ci rapisce. Più soft appare”When Death Hurts”, non il più bello mantiene alto il livello melodioso per tutta la durata e completa il disco, molto più pregevole è “La Fleur du Mal”, non a caso scelto come primo brano per promuovere l’album, capace di creare un ambiente ipnotico, unisce la matrice malinconica al mistero, si fa amare facilmente. Troviamo in chiusura anche il pezzo impegnato “Burning Rain”, tratta attraverso le parole degli speaker, il terribile attentato di 16 anni fa al World Trade Center di New York quell’indimenticabile 11 settembre, in questa vera perla spazio al lato emotivo più che in ogni altro, mostrano che è questo il loto terreno preferito, dove spaziano senza paura, traccia fra le più riuscite. Pare impossibile usare l’indifferenza per una proposta rock di tale calibro senza contare che si tratta di un album d’esordio, elemento a tratti davvero impercettibile, piacerà a tutti i rockers ma non solo, colpirà anche chi vuole trascorrere del tempo in un viaggio interiore carico di emozioni e buona musica. Buon viaggio cari rockers! 

Voto: 8/10  

Angelica Grippa