CARACH ANGREN - Dance and Laughs Amongst the Rotten

Season Of Mist
Se i norvegesi Dimmu Borgir, dovessero abdicare al trono delle band symphonic black metal, i Carach Angren sarebbero gli eredi designati. Perché il trio formato da Seregor, Ardek e Namtar, hanno sfornato un disco fantastico dove le orchestrazioni si fondono col black metal meno oltranzista ma non per questo privo di malvagità. Dopo l’intro “Opening” orchestrale ecco i nostri con “Charlie”; un brano pregno di malvagità con scream, cori, orchestrazioni e riffing black neri come la pece, una teatralità estrema, con grande gusto. “Blood queen” è un mid tempo ricco di cambi di direzione, anche qui le orchestrazioni la fanno da padrone; il nostro Seregor è dotato di una teatralità intensa in grado di dare pathos al brano e gli altri sodali lo seguono nella vena istrionica, la melodia c’è ma ben dosata nell’impasto sonoro. “Charles Francis Coghlan” è il primo singolo dei nostri, un brano ricco di pathos, un mid tempo goticheggiante ma ricco di atmosfere horror; ”Song for the dead” sembra una versione black metal più malvagia del buon King Diamond, dove lo scream lacerante e le atmosfere orchestrali danno quel tocco oscuro orrorifico.

“In de naam van de duviel” è puro black sinfonico, blast beats, cambi di tempo repentini, tecnica, riffing quadrati e scream provenienti dall’inferno; anche qui l’orchestra e le tastiere punteggiano drammaticamente il brano dandogli una forza in più alla già notevole carica del trio. “The possession process”, è una sinfonia nera, malvagia; i nostri fanno il bello e cattivo tempo; un brano ricco di cambi di tempo, melodia e carica metal estrema; ”Three times thunder strikes” è il brano conclusivo del concept album, un brano veloce, potente, dove le chitarre graffiano, ma soprattutto cori femminili si fondono alla grande con le orchestrazioni e lo scream arcigno; blast beats a profusione, per poi rallentare la marcia ma non il grado di pathos. Un disco incredibile, dove tutti i pezzi combaciano; qui il metal estremo è sublimato, con grande perizia e uso sapiente della materia sinfonica, davvero un grande disco, da avere!  

Voto: 9/10  

Matteo ”Thrasher80” Mapelli